Stati Uniti. I Grandi Parchi dell'Ovest |
luned́ 02 aprile 2007 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IntroduzioneAbbiamo percorso 5500 miglia in 26 giorni di vacanza, tutti in auto, attraversando 7 stati (California, Nevada, Utah, Arizona, Colorado, Wyoming e Idaho). Abbiamo visitato 11 parchi nazionali (Death Valley, Zion, Bryce Canyon, Grand Canyon, Mesa Verde, Arches, Grand Teton, Yellowstone, Yosemite, Sequoia e Kings) e 4 grandi città (Los Angeles, Las Vegas, San Francisco e San Diego), alcuni parchi statali o di altro tipo (Antelope Canyon, Monument Valley, Kodachrome Basin, Valley of the Gods) ed alcuni paesi o città minori (Backer, Furnace Creek, Rhyolite, Tropic, Page, Williams, Mexican Hat, Moab, Jackson Hole, Durango, Reno e Bodie).
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..ancora 30 agosto 2007. Arrivo e sistemazione a Los Angeles. |
Alla fine atterriamo a Los Angeles e dopo la procedura di impronte digitali e foto segnaletica, corredate da domande assurde tipo "sei mai stato coinvolto nell'organizzazione di un attentato", prendiamo la navetta di Alamo (http://www.alamo.it) per andare a ritirare la macchina. Dopo una lunga supervisione, si sceglie la Chevrolet TrailBlazer targata Nevada e arriviamo all'albergo Howard Johnson Hotel (http://www.hojolax.com/) vicino all'aeroporto. Ci aspetta una notte quasi insonne, che Lore passa al computer inviano sms gratuiti... |
31 agosto 2007. Hollywood e Beverly Hills.
Siamo praticamente svegli dalle 4.00 di mattina quindi riusciamo a partire presto per i Warner Bros Studios (http://wbsf.warnerbros.com/indexvipredir.html), dove ci spennano su tutto, tra cui il parcheggio a $ 5. Tour con un tipo che all'inizio è fiscalissimo per non farci fare le foto, poi invece ce le fa fare ovunque... Vediamo parte degli oggetti usati nel telefilm Friends e altri, poi al Museo di nuovo gli oggetti di Friends e sopratutto Harry Potter! Addirittura Hermione pietrificata, il cappello parlante e la mitica mandragola della Prof.ssa Sprite. Di Friends invece la dispensa e il frigo di Monica, la mitica porta azzurra e addirittura le partecipazioni e le foto del matrimonio di Monica e Chandler! |
Finito il tour, ci spennano di nuovo al parcheggio vicino alla Walk of Fame (12 $). Camminiamo sulla Walk of Fame e mangiamo da Hooters (http://www.hooters.com), dove io chiedo la foto per Lore con la cameriera in pantaloncini. |
Poi proseguimo alle impronte di fronte al Mann's Chinese Theatree per la strada ci fermiamo al negozio che vende autografi e a quello che ha la più grande scelta di maschere e travestimenti. |
Dopo aver visto per caso la tipica partita di baseball con ragazze pon-pon in macchina si va nel punto più vicino che possiamo raggiungere per fotografare la scritta Hollywood (Hollywood Sign). |
Si prosegue fino a Beverly Hills, dove si vede il cancello della villa di Tom Cruise e Katie Holmes. Arriviamo a Rodeo Drivedopo aver spiato tra le varie ville dei vips e a Rodeo Drive incredibilmente non paghiamo neppure il parcheggio. |
Di ritorno all'albergo ci fermiamo in una specie di market di liquori dove riusciamo a fare una bella scorta di acqua alla modica cifra di 20 $ per 12 bottiglie. Al market dei liquors c'è un tipo che fa il simpatico con tutti i clienti, ha una battuta per ciascuno, per questo forse si è formata una lunga coda... Anche per noi fa il suo pezzetto di show dicendo qualcosa su pasta e fagioli. Siamo stanchi e per stasera ci fermiamo in albergo per lavare i panni e riposarsi. |
1 settembre 2007. Spiagge di Los Angeles.
...ancora 2 settembre 2007... |
Lo spazio enorme, il paesaggio deserto, qualche macchina che incrociamo, i monti e le distese di sale che iniziamo a vedere anche prima di Badwater dove ci fermiamo per la foto di rito nel punto più basso degli USA sotto il livello del mare. Qui effettivamente troviamo un gruppo di italiani, tra cui una donna che non sa cosa sia "quella strada bianca" (sale! ndr!). |
Proseguiamo deviando per Devils Golf Course dove ci procuriamo due pezzi di sale da portare a casa. |
Torniamo sulla strada principale per deviare di nuovo sulla Artists Drive, con i suoi splendidi colori e formazioni rocciose. Ci fermiamo di fronte alla Artists Palette dove c'è la squadra di "bob jamaicana", a fare foto, sono su un pulmino che poi ci supera, viaggiano come dei matti per quelle strade tra le rocce. |
Comincia a essere tardi e arrivati al Furnace Creek Ranch (http://www.furnacecreekresort.com/) decidiamo di fermarci. Andiamo in esplorazione del luogo, troviamo il carica batterie per me, un po' di frutta e verdura in kit pronta da mangiare e i telefoni. In realtà abbiamo trovato di tutto, ma non la borace, il famoso minerale scoperto dai forty niners e che Lore vorrebbe portare a Giovanni, suo collega. Tira un vento caldo assurdo, sembra di avere un phon caldo acceso addosso. Andiamo in piscina dove incontriamo una famiglia di italiani di Potenza, che ci danno le dritte per alcuni posti e ci raccontano il loro viaggio che sta per finire. Andiamo al bungalow, ci laviamo, facciamo il bucato (asciutto dopo meno di un'ora!!!) e mangiamo al tavolino del bungalow. Ci trasciniamo, lottando contro il vento caldo, verso i telefoni. Abbiamo aspettato le 22:15 ma a casa dormivano ancora. Andiamo a letto stanchissimi. |
3 settembre 2007.
...ancora 3 settembre 2007... |
Dopo la pausa pranzo andiamo diretti a Las Vegas dove facciamo una coda per il check-in, non prima di essere diventati matti alla ricerca della reception in mezzo a tutte le slot machine del Luxor (http://www.luxor.com). Dopo la doccia ci precipitiamo al buffet, dove per 20 $ si può mangiare tutto quello che si vuole e noi ci rifacciamo per 3 volte io, 4 volte Lore, assaggiando di tutto. |
Con la pancia pienissima ci immergiamo nello Stripe andando a piedi ci soffermiamo a guardare tutti i vari casinò, Excalibur, New York, Caesar's Palace, Paris, Bellagio, Venetian, The Mirage. |
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Al Bellagio ci fermiamo a vedere lo stupendo gioco d'acqua nel lago antistante. |
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Poi ci affrettiamo per vedere lo spettacolo dei pirati al Tresure Island, che però mi delude un po' per i balletti insulsi, niente da dire invece sugli effetti speciali davvero grandiosi. A questo punto inizia la vera e propria visita dei casinò, nonché il tormento della sete. Ci riempiamo la pancia di acqua senza riuscire a dissetarci. |
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Il Venetian è davvero assurdo per la sua grandezza e per come sia una copia quasi perfetta di Venezia, però in effetti è piuttosto ridicolo, sopratutto per i giapponesi che fanno il giro in gondola per 13 $ e magari credono davvero di essere a Venezia!! |
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Facciamo una capatina al Mirage dove c'è un giardino tropicale e poco altro. |
Passiamo quindi dal Caesar Palace. |
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Al Bellagio, molto bella la sala da gioco, ma un po' assurdo per la mostra delle cose americane, tra cui una sfilza di frutta e verdura finta che tutti fotografano (?). |
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Ultima tappa il Paris, di bellino c'è un negozio in stile francese con saponi e cose del genere, il resto è fintissimo, come sempre. Dopo 6 ore che siamo in piedi siamo distrutti ma dobbiamo camminare ancora un bel po'. |
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Alla fine decidiamo di risparmiarci gli ultimi 200 m (capirai!) andando con la navetta fino al Mandalay Bay dall'Excalibure dal Mandalay al Luxor. |
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Non ho più la forza di fare niente, ma appena vedo i giocatori alla roulette mi riprendo un po', tanto che, doo la sosta in camera, decidiamo di scendere giù a guardare giocare alla roulette (fino alle 2!). Meno male che Lore si trattiene dalla giocata (tra l'altro è stato brontolato dalla coupier perché stava attraversando la zona riservata ai coupiers e fishes). |
...ancora 4 settembre 2007... |
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Dopo il passaggio dell'ingresso di Zion con il pass rosso facciamo il checkin allo Zion Lodge (http://www.zionlodge.com/), mettiamo i bagagli nella nostra western cabin e prendiamo subito il pulmino. Qui abbiamo dovuto spostare l'orologio in avanti di un'ora quindi abbiamo i tempi precisi per poter visitare il parco. Il bello è che sbagliamo direzione sul pulmino, quindi scendiamo subito e cambiamo bus. |
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Attraversiamo il parco fino all'ultima fermata Temple of Sinawava fermata che tramite il sentiero (pavmentato!) Riverside Walk porta all'inizio di The Narrows. Lungo il percorso incrociamo tanti scoiattoli e cerbiatti. Arrivati in fondo decidiamo di tentare una piccola traversata del fiume Virgin, fino a doe ci sono persone, infatti proseguire per molto è fortemente sconsigliato per probabili improvvise piene del fiume. |
Dopo due o tre tentativi di attraversamento io infilo completamente i piedi nell'acqua, il tutto per fare delle foto che non riescono neppure tanto bene. Dopo il fallimento delle foto alle falesie decidiamo di tornare indietro dopo essermi strizzata ben bene i calzini. |
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Riprendiamo l'autobus e ci fermiamo a Weeping Rock da dove partiamo per la seconda camminata (20 minuti secondo la guida, noi i mettiamo poco più di 10 minuti, foto comprese). |
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Torniamo in zona cabin e dopo l'ultimo giro al gift shop facciamo cena con le grandi insalate che avevamo comprato al bar prima di partire con l'autobus. Metto i panni ad asciugare e andiamo nella hall del lodge per navigare un po' su Internet. Siamo solo noi e tiriamo a tardi finché il ranger ci chiude dentro, ma dice che possiamo rimanere. |
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Quando siamo stanchi e decidiamo di tornare verso la nostra cabin rimaniamo "intrappolati", chiusi fuori dalla hall, circondati dagli animali selvatici che si sono avvicinatial lodge e bloccati dagli spruzzi dell'acqua che annaffia il prato. Io, convinta di farcela mi metto a correre cercando di fare più veloce possibile per non bagnarmi troppo ma, correndo al buio, non mi accorgo che è pieno di getti d'acqua e mi inzuppo da capo a piedi. Torno sui miei passi ma non abbiamo altrernative e dobbiamo paer forza passare in mezzo all'acqua. facciamo meglio che possiamo ed effettivamente non ci bagnamo tanto però che ridere! |
5 settembre 2007. |
Volevamo fare colazione al lodge, ma il bar apre solo alle 10.00, così ci avviamo verso la prossima tappa, uscendo dal parco dall'entrata est. Ci fermiamo a fare varie foto lungo il percorso. Alla fine della strada immersa tra le rocce troviamo un bar in cui sostiamo per la colazione, sempre a base di beverone e mega-pasta / pezzo dolce. |
...ancora 5 settembre 2007... |
Proseguiamo verso Bryce attraversando il Red Canyon, arriviamo al B&B di Tropic e dopo una piccolissima sosta siamo di nuovo pronti. Alloggiamo al Bullberry Inn Bed and Breakfast (http://www.bullberryinn.com/). Molto carino come B&B e come posizione, ideale per guardare le stelle. |
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Purtroppo il tempo è incerto e ogni tanto piove, così decidiamo di fare come prim cosa tutto il persorso del parco in macchina. ci fermiamo nei vari punti panoramici, Sunset Point, Bryce Point, Farview Point, Natural Bridge e Agua Canyon(dove a Lore sembra di vedere Rocco Siffredi). |
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Non la finiamo di fare foto, specialmente nei primi due punti panoramici, che sono davvero splendidi. Torniamo indietro fino al punto di partenza, dove Lore va in bagno e io lo perdo. Siamo un po' in ritardo ma deciiamo comunque di avventurarci lungo il sentiero Queen's Garden e Navajo Trail. All'inizio siamo un po' timorosi perché abbiamo paura di non farcela (2-3 ore dice la guida) però quando cominciamo a vedere gente io mi tranquillizzo. |
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Camminiamo in mezzo agli hoodoos e io fotograferei tutto. Superato il Trail Queen's Garden iniziamo a camminare in una gola di rocce rosa, bellissima. Andiamo di fretta ma scattiamo tante foto. Arriviamo in cima abbastanza stanchi. Torniamo al B&B che stà già facendo buio. |
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Subito dopo la doccia ci affrettiamo per la cena. L'unico posto aperto a Tropic è una specie di ristorante dove fanno la griglia e la cameriera è gigantesca. Prendiamo mezzo pollo in due riuscendo a spendere solo 25 $ tutto compreso. Peccato che alla fine non vedono l'ora di cacciarci dal locale e ci portano il conto prima che io finisca la mia baked potato. D'altra parte siamo in un paesino abbastanza sperduto e non c'è altro da fare che andarsene a letto o ... a guardare le stelle come facevamo noi fuori dal nostro B&B. C'é un cielo stellato fantastico, nessun casa intorno a noi, un silenzio meraviglioso, fa pure freschino (13,3° C) e abbiamo il pile a scaldarci. |
...ancora 6 settembre 2007... |
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Arriviamo a Page al Best Western (http://bestwesternatlakepowell.com/), ma ripartiamo quasi subito per mettere qualcosa sotto ai denti. Va a finire che non riusciamo a trovare l'ingresso ad Antelope perché è già chiuso il cancello e neppure il bar dove volevamo assaggiare il pane fritto degli indiani, così dobbiamo ripiegare sulla gita ogranizzata all'Antelope Canyon e alla cena anticipata da Stromboli's dove ci facciamo fare la pizza a nostro piacimento e ne portiamo via anche un pezzo che da veri americani ci facciamo incartare. |
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Torniamo presto in albergo così io posso lavare e Lore può...catalogare le foto! Nuova mania... |
7 settembre 2007. |
Quando mi sveglio Lore è ancora e di già a catalogare le foto. Io certamente mi sono riposata... Con calma andiamo a fare colazione al Beans Coffee House dove una donnina anziana ci stupisce per la disinvoltura con cui usa Internet. Mentre aspettiamo l'orario per la gita ad Antelope Canyon ci fermiamo a dare un'occhiata ai cappelli e io stò quasi per comprarlo, poi non sono convinta perché manca il lacciolino. |
Partiamo con le Jeep guidate dalle indiane che fanno un mega sproloquio in inglese. |
Visitiamo il canyon facendo foto a raffica con il cavalletto e non, beccandoci partacce in qua e là da queste indiane indiavolate, specialmente uella dietro di noi. |
Rientro in albergo per rifocillarci con la pizza avanzata e poi visita all'Horseshoe Bend, dove il Colorado si snoda intorno ad uno sperone roccioso. |
All'Antelope Point ci fermiamo per mettere i piedi in acqua, m niente di più perchè non ci sembra così meraviglioso come descritto dalla guida. |
Dopo la doccia andiamo a mangiare al Fiesta Mexicana, la nostra tacca annuale al ristorante messicano. Dopo una breve puntatina al Gunsmoke Saloon dove c'è musica dal vivo e tavolo da biliardo, ma ancora poca gente...Ci ritiriamo in albergo per proseguire, almeno, la catalogazione delle foto. |
8 settembre 2007. |
Ci svegliamo alle ... 5! Quelli della stanza sopra la nostra cominciano a camminare su e giù e non si caisce che cavolo fanno. Dopo un po' che siamo svegli Lore decide di andare alla reception e poi direttamente alla fonte per cercare di capire che combinano. Quando torna in camera decidiamo di battere sul soffitto con l'asse da stiro... miracolosamente smettono di camminare su e giù. A quel punto proviamo a dormire ancora un po'. Poi ci alziamo per partire, facciamo una colazione improvvisata all'albergo, dove offrono il solito caffè e toast e marmellata. |
Partiamo verso il Gran Canyon, lungo la strada si cominciano a vedere i baracchini degli indiani che vendono i jewelry, ma sopratutto ci fanno pagare 2 $ per entrare in un belvedere, per arrivare al quale ci rocca pure attraversare una sfilza di baracchini dove Lore non può neppure fare una foto a me che il bambino navajo è obbligato dalla mamma a dirci "no picture". Facciamo il massimo di foto possibile al Little Colorado Canyon visto che ormai abbiamo pagato 2 $. |
...ancora 8 settembre 2007... |
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All'ingresso del Grand Canyon ci fermiamo subito per il primo belvedere, il Desert View Point dove abbiamo la prima vista del maestoso Canyon. "Unbelievable!" come sottolinea l'americana di New York, il cui marito ci chiede una foto che noi facciamo a loro due, senza però che ne rimanga troppo soddisfatto (da come la guarda!). |
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Ci fermiamo al bookstore, dopo aver fotografato la torre in stile indiano e mettiamo il timbro del Grand Canyon sulla guida. Sosta al market per l'acquisro dei primi regalini, ditale, Joshua Tree, cartolina di legno per i nipotini. Cerchiamo anche qualcosa per fare uno spuntino e, nonostante le mie smorfie di disgusto, Lore cede alla tentazione di prendere un sacchetto di quella carne dall'aspetto orribile, che alla fine si rivela una delizia, il Turkey Jerky diventa il nostro piatto americano preferito, sa di pepe e ci mette una sete tremenda, ma è troppo buono!! |
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Proseguima toccando i vari belvedere Lipan Point, Moran Point e Grandview Point. Per arrivare a Yaki Point dobbiamo prendere l'autobus Canyon View Information Plaza. Vicino alla fermata dell'autobus c'è il belvedere Mother Point. Lungo la strada abbiamo visto anche un lupo!! Con l'autobus scendiamo a Yaki Point, da dove si può vedere in lontananza il Plateu Point. Effettivamente come dice la Routard è un bel belvedere. |
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Tornati alla rangers station cerchiamo più informazioni possibile sulla temibile camminata di domani. Lore si deve mettere l'anima in pace perché non si può scendere con muli, almeno a detta del vecchio ranger che non ci sembra molto disponibile, forse ha solo voglia di chiudere bottega. |
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Dopo aver guardato le previsioni per domani con "slight" tempeste con fulmini e temperature tra 10° C e 28 ° C, andiamo all'albergo, un motel 6 nel Paese di Williams (http://www.motel6.com/), tipicissimo paesino sulla mitica Route 66. Al motel, alla reception, la ragazza sembra proprio svogliata, forse perché l'abbiamo disturbata mentre mangiav patatine davanti alla TV. |
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Andiamo a cena davanti al Pine Country Restaurant, un vero ristorante in stile country americano. Tutto in legno, persino una sedia a dondolo fatta con tronchetti di pino, che vendono nella zona dedicata ai gadgets, tipica di ogni ristrante e bar. |
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Facciamo una giratina in paese facendo qualche foto qua e la a posti assurdi come il barbiere del paese, vediamo qualche negozio, tra cui quello del bar che si trova all'interno di una vecchia stazione di servizio della Route 66 e dove c'é musica dal vivo, sento anche "My darling Clementine". Che emozione! |
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Una meta interessante per chi visita il Grand Canyon è il Grand Canyon Skywalk (http://www.grandcanyonskywalk.com/) che però noi decidiamo di non fare, prediligendo una camminata di un giorno per vivere in maniera più coinvolgente il più maestoso dei Canyon. |
9 settembre 2007. |
Ci svegliamo presto un po' per la paura di non farcela a fare la camminata, un po' perché per tutta la notte abbiamo sentito dei camion strombettare (scopriamo poi che si tratta del trenino malefico...). In fretta e furia andiamo a fare colazione alla Old Smoky's Pancake House, un locale tipicissimo che è rimato praticamente uguale da quando è stato costruito sulla Route 66. Ad un certo punto arriva anche un personaggio fantastico, con giacca, cravatta, cappello e cinturone, noto in paese come "Marshall Goodmore", cerco di fargli una foto, ma è troppo complicato. Assaggio il famoso pancake che è un vero mattone da digerire. Non riesco neppure a finirlo! |
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Arriviamo al Bright Angel Lodge dove ci fermiamo in bagno e Lore si compra il cappellino per la camminata, che gli invidio subito per la scritta Grand Canyon. Eccoci all'imbocco del sentiero Bright Angel Trail pronti per l'impresa. Con l'orologio alla mano verifichiamo subito il tempo che impieghiamo per arrivare alla prima RestHouse. |
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9.25 - 10.25: un'ora esatta. Dop una breve sosta ripartiamo e dopo un poco incontriamo un ranger fermo lungo il sentiero che ci chiede dove andiamo. ci dice che il percorso è di 10 ore e di stare attenti all'ora. Dopo un po' ecco che mi cede la suola dello scarpone destro, si scolla e penso di bloccarla con un elastico. Procedo bene per un altro bel po'. |
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Arriviamo alla 3 mile RestHouse e proseguiamo ancora. Anche per la seconda tappa siamo in orario. Ci abbiamo impiegato meno di un'ora. |
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Quando poi stiamo per arrivare a Indians Garden, terza e penultima tappa (6 miglia), cede anche il secondo scarpone e completamente il primo. Cerco di learli con il laccio dello scarpone stesso, ma purtroppo la situazione si fa complicata. Incontriamo un ranger al quale spieghiamo cosa è successo, ci dice che lui ha soltanto del nastro adesivo e comunue ci aspetta alla stazione dei rangers più sopra per vedere cosa può fare. Prova ad avvolgermi il piede con lo scotch ed effettivamente sembra tutto bloccato...scarpone e piede: che ridere! Poi però gli viene in mente che può darmi degli scarponi, mi chiede che numero ho e mi porta un 40, scarponi da ranger! Sono fantastici... vado che è una meraviglia... peccato per i miei scarponi che lascio lì al ranger che li butterà (o forse li riaccomoda per darli a qualcun altro che si ritrova nei guai...). |
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Siamo costretti a malincuore a tornare indietro senza raggiungere Plateu Point, meglio così perché Lore comincia a sentire un po' d'uggia al ginocchio. Raggiungiamo un gruppo di 4 ragazze di cui una è una giapponese che non fanno altro che camminare veloci per un tratto e poi fare una sosta lunga. Non facciamo altro che superarli e farli passare avanti fino a che non arriviamo al 3 mile RestHouse. Da lì ripartiamo e in un'altra ora (stesso tempo del primo tratto del ritorno) raggiungiamo l'ultima RestHouse, dove ci supera un gruppo di operai-rangers che avevamo incontrato di mattina a lavorare sul sentiero (incredibilmente erano più donne che uomini!). |
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Si riparte per compiere l'ultimo tratto che si presenta come il più duro, ormai la stanchezza si fa sentire e anche se è meno cado dobbiamo bere frequentemente e fermarci a riposare. Arriviamo finalmente in cima, esausti, giusto in tempo per evitare la pioggia. Dopo aver lasciato gi scarponi del ranger al front desk del Bright Angel Lodge, ci fermiamo a El Tovar Hotel per la sbirciatina obbligatoria. Finiamo col comprare le stelle da cowboy per i nipotini, la frutta secca per riprendersi un po' e la maglietta con cappellino anche per me. |
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Siamo distrutti e a cena da Pancho McGillichuddy's non vediamo l'ora che la cameriera con la testina stretta ci porti il conto. Per protesta, visto che ci fa aspettare un monte, le lasciamo pochissima mancia. |
10 settembre 2007. |
Anche stamani, nonostante la voglia di dormire, ci alziamo presto perché il treno ci ha rovinato il sonno finale, così, con calma, scegliamo un posto dove fare colazione. Mangiamo bacon, patate, uova e toast in un bar pieno di clienti abituali. Facciamo una giratina in paese e alla fine, dopo averne provati non si sa quanti, ci compriamo entrambi il cappello da cowboy. |
...ancora 10 settembre 2007... |
Partiamo e, a parte la sosta per la benzina, veniamo a diritto fino all'ingresso della Monument Valley, dove percorriamo il circuito di 18 miglia accessibile alle macchine. |
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La strada è sterrata ed effettivamente si procede male e lentamente anche senza il limite imposto di 15 mph. In ogni caso ci fermiamo ogni poche centinaia di metri per fare foto e foto. |
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Ad ogni punto panoramico spunta fuori il baracchino degli indiani navajo e io comincio a non sopportare più quelle collanine. Lungo la strada si incontrano anche delle strne strutture tipiche indiane che non possiamo fotografare. Sono fatte di terra e di legna in altri casi. |
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Dopo aver lasciato la Monument Valley andiamo verso il Monument Valley Museum a Golding's Lodge, dove la solita navajo all'ingresso tenta di venderci la solita cianfrusaglia. |
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Visitiamo la casa di Harry e Mike, sua moglie, che fecero conoscere la Monument Valley a John Ford il regista dei film con John Wayne. |
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Arriviamo a Mexican Hat dove dormiamo a The San Juan Inn and Trading Post (http://sanjuaninn.net/), posto sul fiume San Juan. Non c'è altro che le camere del Motel, l'una accanto all'altra e il ristorante, dove mangiamo il tipico stufato navajo con l'altrettanto tipico pane fritto navajo. |
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Dopo una fugace veduta del cielo stellato andiamo a riposarci. |
...ancora 11 settembre 2007. |
Da Bluff proseguiamo a diritto senza soste fino a Mesa Verda National Park, dove oltre alla strada tortuosa e piena di curve, ci sono lavori in corso per rifare l'asfalto e un pullman davanti a noi che va molto piano. |
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Lungo la strada vediamo gli alberi bruciati dagli incendi e i soliti "ranger operai" che piantano nuovi arbusti. |
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Ci fermiamo al Visitor's center per acquistare il biglietto (obbligatorio per entrare in alcuni siti). |
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Andiamo diretti all'accesso di Balcony House dove il ranger comincia la sua supercazzola in inglese sulle piante e compagnia bella. In compenso non riusciamo a capire come si chiama l'uccellino blu tipico di questo parco e che vediamo svolazzare più volte. |
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Durante la visita guidata, oltre alle case abbandonate dagli hanasazi, dobbiamo scalare delle scale di legno che a me fanno molta paura e passare da dei cunicoli stretti, in uno dobbiamo passare anche carponi e Lore si rompe i pantaloni. |
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Scappiamo dal ranger che in realtà avrebbe voluto raccontarci una storia alla fine della gita, ma nessuno lo considera. |
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In macchina raggiungiamo anche un'altra casa nascosta, ma raggiungibile a piedi: Sprucetree house. |
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Facciamo una capitina nel museo degli indiani e poi andiamo al checkin. |
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Senza neanche fare la doccia torniamo subito al ristorante del Far View Lodge (http://www.nationalparkreservations.com/mesaverde_farview.htm - http://visitmesaverde.com/lodging-dining/far-view-lodge.cfm), unico posto dove poter mangiare all'interno del parco, e dove abbiamo preso una camera. |
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Ci sentiamo molto Mylord e Mylady al grande tavolo tondo di legno. Si mangia anche bene, peccato che il cameriere sembra fare il furbo con la mancia. Prima di entrare a cena abbiamo però dovuto aspettare 45 minuti il segnale del tavolo libero (una specie di telecomando che suona) e ne abbiamo approfittato per cercare informazioni sulpunto Alamo più vicino perchè si è accesa una spia malefica sul cruscotto dell'auto che non sappiamo interpretare e che nesuno sa dirci come si chiama esattamente (quelli dell'albergo non si offrono neppure di aiutarci per chiamare Alamo!). Finiamo col mandare le solite due tre email e poi crolliamo verso la camera distrutti, mentre inizia a piovere. |
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Nonostante la paura dell'orso che hanno avvistato in zona ci addormentiamo presto perché domattina dobbiamo fare una deviazione dal percorso per il problema della macchina. |
...ancora 12 settembre 2007. |
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Ripartiamo con la macchina ed andiamo direttamente ad Arches, dove fa piuttosto caldo. |
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Andiamo direttamente a Double Arch, dove la camminata è davvero minima. |
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Dopo le foto di rito prendiamo il sentiero che ci porta a Landscape Arch nella zona Devil's Garden, facendo due piccole deviazioni dal percorso per vedere idue archi Tunnel Arch e Pine Arch. Purtroppo anche l'arco più lungo del mondo (forse!) è contro sole, ma continuiamo la serie delle foto. |
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Dopo la pausa pompelmo, decidiamo di non camminare più molto e decidiamo di vedere il famoso Delicate Archda uno dei due belvedere, quello più distante a piedi dal parcheggio. Purtroppo il belvedere è davvero lontano e l'arco sembra in miniatura. |
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Piuttosto delusi decidiamo di affrontare la camminiata di 1 h e 15 m che porta più vicino all'arco. Siamo un po' indecisi perché sembra tardi, ma non siamo gli ultimi ad incamminarci a quell'ora, così partiamo. Lungo il sentiero camminiamo in compagnia di due coppie he sembrano "quattro amici al bar" ogni volta che fanno una sosta per bere e fare due chiacchiere. |
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Ma sopratutto cammina in nostra compagnia una coppi di signori americani che ci chiedono quanto ci vuole per arrivare. Lui non ci crede che ci vuole 45 m, e lo richiede ad altre due persone. Cominciamo a prenderlo in giro perché è rosso in viso, stravolto, si fa dare l'acqua da una signora che scende e fa la corsa per fare qualche centinaio di metri per poi fare un riposo di un quarto d'ora... |
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Alla fine arriviamo insieme in cima e l'arco è bellissimo, anche la camminata meritava, camminiamo infatti su lastre di roccia modellate dal vento... Dopo aver mollato un centinaio di persone in attesa del tramonto noi scendiamo giù per evitare la folla e facciamo di nuovo la camminata in compagnia del nostro amico, che poi dventa davvero nostro amico! Ci fa una festa, poi ci chiede di dove siamo e ci fa la sviolinata sull'Italia e ci dicono che sono stati in luna di miele in Toscana. Al parcheggio ci saluta tutto contento in italiano. |
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Noi raccogliamo un pezzo di roccia verde, poi arriviamo giusto in tempo alla Balanced Rock per fare la foto al tramonto e qualche foto alle Three Gossips(alias le 3 grazie in fiorentino!). |
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Andiamo al Motel di Moab, un super 8 (http://www.super8.com) e a mangiare da Moab Brewery dove io prendo il mio primo hamburger ufficiale. Peccato che Lore si è dimenticato la macchina fotografica perché incontriamo di nuovo il nostro amico del New Jersey / New York. |
Ceniamo a Bubba's BBQ arrivati a Jackson Hole e Lore si è di nuovo dimenticato la macchina fotografica. Io mangio il tipico piatto spare ribs, una specie di rosticciana con salsa di mele home made. |
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Prima di andare a letto facciamo anche noi la classica lavatrice con le monetine. Lore vorrebbe provare anche l'asciugatrice, ma io glielo "impedisco"... |
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Dormiamo a Jackson in un motel 6 (http://www.motel6.com/accormaps/M6ProximityResults.aspx?searchtype=C). |
...ancora 14 settembre 2007. |
Siamo un po' emozionati quando varchiamo l'entrata e iniziamo a scattare foto. |
Costeggiamo il Lewis River e il Lewis Lake, attreversiamo anche la Continental Divide linea di spartizione tra i fiumi che si buttano nell'Atlantico e quelli che si buttano nel Pacifico. |
Arriviamo al primo Visitor's Center dove compriamo il passaporto dei parchi e mettiamo il timbro. Una signora tutta eccitata ci fa notare che stanno passando fuori dal Visitor's Center alcuni Mule Dear. Sono così carini ma anche piuttosto grandi, in effetti. |
Partiamo in direzione Upper Geyser Basin dopo esserci informati sull'orario (16.06) a cui l'Old Faithful geyser dovrebbe eruttare. Arriviamo in tempo ma io rimango piuttosto delusa perché me lo aspettavo più potente e alto. |
Facciando un giro piuttosto lungo passando per il sentiero che passa davanti al Grand Geyser e al Castle Geyser, percorso disseminato di altri geyser più piccoli, di fumarole e splendide "piscine" termali. E' un paesaggio davvero particolare, favorito forse anche dal tempo nuvoloso e dalla pioggia che va e viene e che ci permette di vedere anche un doppio arcobaleno. |
Facciamo un tempo anche a rivedere l'eruzione dell'Old Faithful a conclusione della nostra camminata. Stavolta mi soddisfa molto di più, anzi mi sembra che il getto sia più alto. |
Lungo la strada si iniziano a vedere tanti animali anche il nostro primo bisonte!!! |
Ci fermiamo anche a Midway Geyser Basin, dove ci fermiamo per una bella camminata sulla pedana di legno. |
Passiamo davanti anche Lower Geyser Basinsenza degnarlo di molta attenzione e neppure una foto. Siamo ormai stanchi e preferiamo andare all'Hadley's Motel, dove ci aspetta il classico americano grasso, che addirittura ha in qualche modo saputo dell'incendio nel Gargano! |
Qui a West Yellowstone i locali sono pochi e siamo costretti a mangiare in uno dei più vecchi del paese (e caro!) Three Bears Restaurant, ce la caviamo senza spendere troppo, io prendo il bison burger e Lore un'insalata. |
Dormiamo al Hadley's Motel (http://www.hadleysmotel.com/). |
15 settembre 2007. |
Ce la prendiamo comoda, abbiamo tutto il giorno da dedicare a Yellowstone, così facciamo la nostra solita colazione abbondante da Running Bear Pancake House, dove la camerirea ci porta dei piatti che non sono i nostri e Lore spezza in due una specie di panino che poi è quello che mi ritrovo dopo nel piatto (giusto, stavolta!) |
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Entriamo nel parco e costeggiamo verso nord, il fiume Gibbon e le sue cascate. Io mi innamoro di questa vista del fiume che scorre in mezzo agli alberi, è così rilassante... è l'immagine dello Yellowstone che mi aspettavo. |
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Attraversiamo le praterie di Gibbon senza fermare perché non vediamo neppure un animale, ma facciamo altre soste lungo la strada, tra cui Artists Paintpots, una camminata tranquilla, ma graziosa, durante la quale io riesco anche a staccare una piccolissima pina da un albero. |
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Al Norris Geyser Basin dopo una breve fermata al museo prendiamo prima il lungo sentiero Back Basin (2,4 km), poi il sentiero Porcelain Basin (0,8 km), molto suggestivo. Alla fine abbiamo camminato almeno 2 h. |
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Proseguiamo lungo la strada nord e tra un incontro con i bisonti e uno con l'orso, arriviamo a Mammoth Hot Springs. Qui parcheggiamo la macchina e facciamo la solita camminata sulla piattaforma di legno per vedere le formazoni di travertino, in particolare la Minerva Terrace e il Canary Spring. A Lore non piace tantissimo, ma a me piace sopratutto l'ultimo tratto, dove scorre l'acqua ed effettivamente c'è un gioco di colori molto più bello. In certi punti il paesaggio èdavvero strano, il travertino sembra quasi neve e gli alberi secchi fanno un certo effetto. |
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Proseguiamo lungo la strada in auto e si susseguono zone devastate, che fanno impressione per la sfilza di alberi bruciati dall'incendio, e zone più rigogliose dove cominciano a spuntare i colori caldi e luminosi dell'autunno. |
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Ci fermiamo a vedere il Petrified Tree che fa una certa tristezza,isolato com'é. |
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Piccola sosta anche alle Tower Fall. Da questo punto in poi rimaniamo in macchina perché il percorso è ancora lungo e le macchine procedono lentamente a causa degli animali che attraversano la strada. |
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Finalmente arriviamo al Motel e anche stasera è tardi. Finiamo in un locale che se,brava buono, ma che finisce con il deluderci, sopratutto per la cameriera che si prende la mancia da sola senza neppure aver fatto niente, anzi... |
16 settembre 2007. |
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Ci alziamo con calma, facciamo la solita colazione abbondante in un locale tutto di legno che non sembra male e che abbiamo scovato per caso, accanto al supermarket dove facciamo scorta di crackers e biscotti. Ci dirigiamo di nuovo a Yellowstone er completare la visita della parte rimasta inesplorata. Completiamo con la visita della Towerfall e dei vari belvedere del Grand Canyon di Yellowstone, in particolare il belevedere Grandview Point e Lookout Point. |
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Torniamo indietro per vedere anche Inspiration Point che avevamo inizialmente saltato perché non avevamo visto il bivio. Ci dirigiamo alla South Rim del fiume per accedere ad Artist Point, che però non è accessibile, così ci fermiamo ad osservare il fiume dal punto in cui inizia il trail Uncle Tom. |
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Ci fermiamo poi a Sulflure Calderone e a Mud Volcano dove facciamo la camminatina in mezzo ai bacini di zolfo nauseabondi, circondati da una collina dove gli alberi sono caduti per le alte temperature del terreno dopo essere sopravvissuti alle scosse del terremoto. |
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Proseguiamo il giro fino al Lake Yellowstone che però mi delude un po', forse perché c'é un po' di mortorio, nessuna barca, poche persone e un gran vento ghiacciolino. Anche l'albergone giallo a Lake Village ha un che di triste. |
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Decidiamo di ripartire in direzione albergo, pensando di tornare prima del solito, ma per completare il giroci vuole tempo, considerando anche le code e le folle per vedere gli animali. Anche noi ci fermiamo a vedere i branchi di bisonti, la volpe rossa (red fox!) e l'alce. |
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Dopo la doccia decidiamo di fare una giratina nel centro di West Yellowstone e dedicarci allo shopping sfrenato. In realtà compriamo ben poco, ci sono sempre i soliti gadgets, anche se qualche negozio più carino c'è...soprattutto quello delle due donnine che però hano già chiuso e quello dove Lore, quasi quasi, vorrebbe comprare il quadro con la pistola. |
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Ci affrettiamo a trovare un ristorante dove cenare, anche stasera è tardi! Ma almeno mangiamo un po' di più (almeno io!). |
17 settembre 2007. Verso Reno. |
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Lasciamo l'Hadley Motel alle 10.00 e partiamo per il lungo viaggio in macchina senza né fare colazione, né fare pranzo. Facciamo solo 3 soste per darci il cambio alla guida, fare benzina e andare in bagno. Il resto del tempo lo passiamo in macchina mangiucchiando a più riprese crackers e biscotti, leggendo la guida, consultando le carte geografiche e, alla fine del viaggio cantando tutto il repertorio di canzoni italiane di cui ci ricordiamo almeno qualche parola. Lasciamo il Montana, l'Idaho ed entriamo nel Nevada. Cambia un po' il paesaggio, sembra che questa zona sia più agricola... mi dispiace lasciare il paesaggio montano del Montana. |
...ancora 17 settembre 2007. |
Decidiamo di fare una tirata e arrivare fino a Reno dove alloggiamo al Siena che non è poi così economico come ce lo presentava la guida. Presi dall'entusiasmo cerchiamo il buffett dell'albergo ma scopriamo che è chiuso e aprirà una specie di buffett al secondo piano alle 22.00. Andiamo a vedere che aria tira ma non ci sembra niente di che così ci lanciamo verso il buffet dell'Eldorado, casinò che si trova in centro. |
Attraversiamo la città piena di luci e sopratutto di brutta gente per arrivare all'Eldorado. Anche qui il buffet è chiuso. Forse perchè è lunedì o forse perchè è la fine della stagione, ma c'è un gran mortorio... delusitorniamo al nostro albergo, dove speriamo di riuscire a mangiare qualcosa. Alla fine sembra che il buffet del secondo piano apra prima delle 23.00. Aspettiamo insieme ad altri signori e alla fine mangiamo secondo la formula "Al you can eat" per soli $ 6,44 a persona (tasse comprese!). C'è addirittura un cuoco tutto per noi (siamo solo 7 clienti!) che ci prepara sul momento una frittata con gli ingredienti a nostra scelta. Io naturalmente non mi faccio sfuggire l'occasione e me la faccio fare con pomodori e funghi, facendomi aggiungere il prosociutto dopo che ho visto che ci era rimasto male per i troppo pochi ingredienti scelti, d'alra parte loro vanno matti per i miscugli. |
Dopo un giro veloce del casinò in cerca del telefono e cercando di capire come funzionano i giochi con le carte, Lore butta via 2 dollari alla slot machine e poi andiamo a letto. |
18 settembre 2007. |
Sempre con tutta calma ci alziamo e partiamo alla volta di Yosemite. Ci fermiamo ben presto, a mettere benzina e a darci il cambio. Dopo poco che guido ci fermiamo di nuovo per fare colazione ad uno Starbucks, dove la cassiera stupita ci chiede come abbiamo fatto a finire proprio lì... bhé in effetti... La strada che da Carson City porta verso Lee Vining mi piace molto, attraversimo un paesaggio leggermente diverso e ci imbattiamo in paesini persino bellini, piccoli ma davvero carini. Lungo la strada vediamo anche tanti tipici granai rossi... peccato che non ho fatto la foto a quello tipicissimo con le assi di legno bianco. |
Dopo aver uperato Bridgeport, anche questa incredibilmente carina, ci fermiamo a Bodie, la città fantasma nata durante gli anni della corsa all'oro e rimasta quasi così come era. Si vedono ancora molti oggetti rimasti nella scuola, nell'albergo, nei negozi, ecc... che flash! sembra davvero la classica cittadina del Far West di un tempo, sembra uscita da un film. |
Riprendiamo la strada sterrata e polverosa che da Bodie ci riporta sulla strada principale in direzione Lee Vining. |
...ancora 18 settembre 2007. |
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Arriviamo al passo Tioga che è aperto mentre di solito è chiuso da Ottobre a Maggio. Così attraversiamo il parco di Yosemite da est verso ovest, passando da alcuni bei laghetti e dalle Tuolumne Meadows, la parte un po' più selvaggia del parco e con meno vegetazione. Attraversiamo il parco passndo attraverso paesaggi di rocce granitiche, enormi blocchi anche sospesi sopra la carreggiata. |
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Arrivati a El Portal troviamo il nostro Lodge, il Cedar Lodge (http://www.yosemite-motels.com/cedarlodge/index.htm)., e riusciamo a trovare la camera anche per stasera (naturalmente! basta pagare, no?). La camera effettivamente è bella, con carta da parati anche in bagno, quadretti e vasca da idromassaggio. Anche dal ristorante Cedar Lounge ciaspettiamo un certo livello, invece c'è la cameriera sclerata che è molto manfana sia a dare l'acqua che poi a pulire i tavoli con quel suo cencio sudicio che fa volare addosso a Lore dopo che a me ha fatto arrivare addosso pezzi di cibo... Rimaniamo piuttosto delusi. Per domani sera siamo già in pensiero. Piuttosto andiamo a letto con il pensiero dell'orso e io di notte ho gli incubi, si sentono dei rumori che attribuisco all'orso, in realtà si tratta della macchina del ghiaccio accanto alla nostra camera e dell'allarme della macchina del nostro vicino (stronzo! che oltre a far suonare l'allarme ha messo la macchina al posto nostro!). |
19 settembre 2007. |
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Con calma ci alziamo e prepariamo il programma della giornata. Per colazione decidiamo di fare scorta di biscotti ad un market che troviamo lungo la strada. Lore prende dei biscotti che a me non ispirano per niente perché sono neri come la pece, io ne prendo un tipo che sembra buono ma in realtà è peso come un mattone e dopo averne mangiati tre sono già piena. |
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Entriamo nel parco e ci fermimo ad ammirare El Capitain. Ci dirigiamo al Visitors Center dopo aver parcheggiato la macchina, facciamo anche un'ispezione al supermercato vicino al Visitors Center dove mettiamo il timbro e facciamo un giro al museo, al villaggio indiano ricostruito e al museo indiano. |
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Andiamo in cerca del sentiero delle Yosemite Falls, ma dopo una breve camminata non riusciamo a vedere le cascate che risultano asciutte completamente. Effettivamente la stagione è secca, anche al Lodge si raccomandano di usare poca acqua e i cartelli del parco indicano pericolo di incendio "very high", tra l'altro proprio dentro al parco stanno facendo bruciare parte del bosco con un incendio controllato che ci siamo fermati a vedere da vicino appena entrati nel parco. |
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Torniamo allo store a fare scorta di cibo, compresi i biscotti (buoni, stavolta). Andiamo alla macchina per mangiare, poi torniamo a prendere il pulmino che ci porta fino all'albergo storico del parco, il bellissimo The Ahwahnee Lodge, dove facciamo un giro all'interno, nel salone del caminetto e nelle varie stanzin laterali. Mentre aspettiamo lo shuttle controlliamo la posizione degli arrampicatori che scalano El Capitain. |
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Dopo una fugace visione di Half Dome dal pulmino scendiamo alla fermata numero 16 (dopo averle fatte praticamente tutte) e partiamo per la camminata del giorno, tre miglia andata e ritorno che ci porta fino alle Vernal Falls, bellissime cascate a strapiombo da un blocco di roccia incredibile. Durante la passeggiata camminiamo in mezzo ai blocchi di granito e un uccellino azzurro ci fa compagnia per un pezzo di strada. |
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Riprendiamo shuttle e macchina e andiamo diretti all'albergo dove sperimentiamo l'idromassaggio. Ceniamo con panino e insalata e altre schifezze in camera (pur di non tornare al Cedar Lounge), unico ristorante della zona. Ci riposiamo andando a letto presto. |
20 settembre 2007. |
Forse stanotte abbiamo riposato meglio, una volta svelati i motivi dei rumori sospetti della notte precedente (era la macchina del ghiaccio e non l'orso che rovistava nella macchina!). Facciamo, come sempre in questi ultimi giorni, con la dovuta calma. Ci permettiamo addirittura una bella colazione in albergo, con biscotti pesanti (bhe, alla fine siamo a metà confezione) e caffé del coffee maker della camera. Stamani dobbiamo attraversare il parco da nord verso sud in direzione Wavona. |
Ci fermiamo ad ossevare le Bridalveil Falls, piccola camminata di 0,5 miglia a cui Lore rinuncia. |
Proseguiamo fino a Tunnel View dove effettivamente c'è un bel panorama anche se le montagne e le rocce sono coperte dalle nuvole. Anzi è quasi più bello...Anche durante il viaggio in macchina viaggiamo immergendoci nelle nubi. All'inizio pensavmo si trattasse del fuoco di un altro incenio controllato, in realtà sono le nebbie dovute all'umidità che è nell'aria. Effettivamente il tempo è brutto e ogni tanto piove, troviamo anche un cartello che segnala come chiusa la strada per il Glacier Point, chissà se in quota stà arrivando la prima neve della stagione...A salutarci mentre ci allontaniamo dal centro di Yosemite troviamo due lupi, l'uno a poche centinaia di metri dall'altro... |
Ultima sosta prima di uscire dal parco a Mariposa Grove, dove sono concentrate le più vecchie sequoie del parco. |
Prendiamo la trail che ci conduce con un percorso di 0,8 miglia alla Grizzly Giant, la sequoia più vecchia del parco. |
...ancora 20 settembre 2007. |
Usciamo da Yosemite e ci fermiamo al primo piccolo market che incontriamo, solito piccolo negozietto in mezzo al bosco, lontano da tutto. Prendiamo dell'affettato per riempire i nostri panini e mangiamo in macchina. |
Ripartiamo per affrontare una strada bella lunga e anche in tortuosa in vari tratti che costeggia la Sierra Nevada. Si alternano campi di grano gialli a distese di alberi da frutta, vii, coltivazioni di fragole e pesche, il tutto a livello industriale. Però è bello vedere un paesaggio diverso da quello brullo e desertico incontrato fino ad ora. Cominciano a vedersi anche tante colline coperte di alberi che quasi sembrano ulivi fatti crescere troppo, poi il paesaggio cambia di nuovo e ci immergiamo nuovamente nel bosco e nel brutto tempo e nelle basse temperature. |
Almeno prima, lungo la strada, ci siamo fermati a rifocillarci ad uno stand che vendeva frutta fresca. Abbiamo preso pesche nettarine e susine, ma stavamo anche per prendere l'uva che era senza semi e buonissima. O forse la frutta ci è sembrata così buona dopo tanti giorni che non la gustavamo. |
...ancora 20 settembre 2007... |
Entriamo nel Kings National Park dove ci precipitiamo a mettere il timbrino al Visitors Centerche stà per chiudere. Raggiuniamo la zona del Grant Grove (bosco di Grant) dove ci inoltriamo a fare una passeggiata incontrando varie sequoie giganti, tra cui una il cui tronco ormai deposto a terra è stato usato persino come saloon. |
Ci imbattiamo in un fantastico scoiattolo che rosicchia una pina gigante e vediamo anche una tipicissima western cabin originale e costruita nel 1800. |
Finalmente dopo vario girovagare ci imbattiamo nel General Grant la sequoia che fa concorrenza al General Sherman perché pur essendo più giovane e più bassa, ha un diametro superiore (12,3 metri). L'aria è davvero fredda e andiamo al calduccio della macchina. |
Dobbiamo percorrere ancora una trentina di miglia che facciamo attraverso parte del Sequoia NP e parte del Kings NP. Si mette a piovere ma per oggi abbiamo quasi concluso, tranne un cerbiatto, ultimo improvviso incontro della giornata, ci fa quasi inchiodare la macchina mentre attraversa impaurito la strada. |
Arriviamo al Wuksachi Lodge (http://www.visitsequoia.com/lodging.aspx), molto carino e tipico, tutto in legno e pieno di orsi (finti, per fortuna) in vendita, incisi a mano (ne voglio uno!!) Dopo le varie raccomandazioni alla reception su come tenere lontani gli orsi ce ne andiamo a calduccio nella camera tutta di legno, in attesa di scendere per la cena. Stiamo un po' nella hall del lodge a navigare e al negozio che vende gli orsi di legno e poi cenone al ristorante del'albergo...dove però viene avvistato un topolino in sala! Bhe, almeno abbiamo scampato l'orso anche stasera! |
21 settembre 2007. |
Facciamo colazione in camera e prima di lasciare Wuksachi prendo due piccole sequoie. Speriamo che resistano al lungo viaggio che da oggi dovremo affrontare... |
Ci fermiamo al Visitors Center di Lodgepole Village per mettere il timbro del Sequoia NP e vediamo un nuovo tipo di uccello che io suppongo sia il Mountain's Quail, che sfreccia via veloce come un "bip-bip" quando si sposta. Facciamo anche un giro al market, dove hanno gli affettati ma non il pane!! |
Lasciamo la macchina e andiamo fino alla sequoia General Sherman l'ultimo percorso a piedi all'interno dei parchi. Io sento già la malinconia e so che questi posti mi mancheranno tantissimo appena torneremo in città...Percorriamo il parco di Sequoia fino all'estremità sud, ma procediamo lentamente lungo la strada tortuosa e piena di curve perchè ci sono sempre i lavori in corso. |
...ancora 21 settembre 2007. |
Usciti dal parco io non ne posso più per il mal di macchina e Lore per la guida con le curve. Ci immettiamo sull'Interstate che porta verso San Francisco, facendo una pausa per mangiare un panino al tonno. |
...ancora 21 settembre 2007. | |
Arriviamo a San Francisco arrivando dal ponte vicino ad Oackland, dal quale abbiamo una prima visione della baia, da una parte l'oceano, dall'altra i grattacieli del Finanial District. Attraversiamo con la macchina il quartiere pieno di grattacieli, poi Chinatown e infine North Beach, quartiere italiano dove c'è il nostro albergo San Remo Hotel (http://www.sanremohotel.com) e anche un ristorante che si chiama Franchino. |
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Dopo la doccia ci rechiamo nella zona ristorante della Columbus Avenue dove decidiamo di fermarci da Rose Pistola, dove mangiamo, incredibilmente, na buonissima pizza. |
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22 settembre 2007. | |
Ci svegliamo presto per rispettare il programma stabilito ieri sera ma il tempo non ci vuole bene. Nonostante la levataccia non ce la sentiamo di prendere la bici perché piove troppo. Ce la prendiamo comoda e ci fermiamo a fare colazione in un posto chic dove riusciamo a spendere 40 $ e più per una colazione. Sono ormai le 10.00 e ancora pioviscola, così decidiamo di cambiare programma e visitare la città sfruttando i biglietti dell'autobus da 3 giorni che però dobbiamo andare a prendere alla Cable Car Museum. |
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Ci arriviamo camminando su e giù per le colline di San Francisco, in particolare su per Russian Hill dove cominciamo a vedere le prime case vittoriane e dove ci soffermiamo a far foto qua e là, tra cui la via più erta della città (Filbert). |
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Arrivati al Museo scopriamo che il biglietto non ce l'hanno, così ripartiamo per un altro pezzo a piedi, ma non trovando i biglietti neppure al cable corner decidiamo di salire comunque sul cable car, per fortuna il bigliettaio nero "yeah" è gentile e ci eota di pagare la corsa. |
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Scendiamo a Hallidie Plaza dove facciamo il biglietto, prendiamo il tram e finalmente comincia il vero e proprio tour. Girovaghiamo per Castro, il quartiere gay dove ci sono le bandiere con l'arcobaleno e una quantità di coppie formate da soli uomini, incredibile. Ci sono pochissime donne in giro...e solo negozi per uomini. |
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Sempre con il tram ci spostiamo verso il quartiere Haight Ashbury, la culla degli hippies, pieno di negozi con narghilé, pipe, coffe shop, negozi alternativi e gente di tutti i tipi. |
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Lo attreversiamo a piedi per raggiunere Alamo Square dove ci sono le famose painted ladies, le casette colorate in una delle quali potrebbero vivere forse anche le streghine. |
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Utilizzando autobus e tram andiamo verso Chinatown, dove c'è un gran caos di cinesi, bancarelle in mezzo alla piazza, ragazzi travestiti e gente che si esibisce. E' davvero molto particolare e colorato, ma io non vedo l'ora di lasciarmi alle spalle quel branco di cinesi... |
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Piccola sosta per fotografare la Transamerica Pyramide e i murales con i suonatori. Cominciamo a essere stanchi perché per arrivare a Chinatown non siamo riusciti a prendere nessun cable car e abbiamo dovuto camminare di nuovo su per la collina. Meno male che ci eravamo rifocillati un po' nei bagni di Bloomingdale's e lungo la strada ch passava anche per Union Square. |
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Cerco di convincere Lore ad arrivare fino alla Coit Tower che vediamo solo da lontano perché ci sono gli scalini da fare e così rinunciamo. Aspettiamo di nuovo la linea F che ci porta nel quartiere di Fisherman's Wharf, dove scendiamo direttamente al mega centro commerciale Pier 39, dove facciamo una giratina in cerca di una maglietta del NBA per Simone. Facciamo sosta ad un bellissimo negozio di caramelle coloratissime...io le avrei prese tutte ma nel dubbio sul costo al peso mi sono trattenuta abbastanza. E per fortuna... |
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Stiamo stanchissimi e riusciamo anche ad allungare la strada per il garage dell'auto. Stasera scegliamo un ristorante ancora più vicino e sempre italiano...domani sera andremo a quello sotto all'albergo? | |
23 settembre 2007. | |
Anche stamani ci svegliamo piuttosto presto perchè abbiamo prenotato la gita ad Alcatraz. Andiamo a piedi dall'albergo fino al Pier 33 dove c'é l'imbarco per Alcatraz. Lungo la strada ci meravigliamo dell'incontro con una ragazza barbona piuttosto giovane e pulita, che, come tutti gli altri barboni, ha una specie di casa viaggiante su un carrello, che è csì pieno di sacchi e sacchetti di ogni genere. |
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Ci mettiamo in coda per imbarcarci sul traghetto, ci fanno la fotona fintissima con dietro l'isola di Alcatraz in poster, che poi ci rifiuteremo di comprare per la modica cifra di 22 $! |
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Saliamo a bordo e la pesenza di centinaia di mosche che svolazzano addosso alle persone ci fanno ricordare i moscerini che avevamo trovato sul traghetto nei paesi dei pescatori in Olanda. Dal traghetto riusciamo a vedere il paesaggio di San Francisco, tra cui la famosa Coit Tower e poi l'isola via via che ci avviciniamo. |
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Ad Alcatraz, appena scesi, ci dobbiamo sorbire la supercazzola in inglese dal solito simpaticone americano intrattenitore di masse di americani. Appena capiamo che ci possiamo lanciare nella "self guided" visita ci affrettiamo a cercare gli auricolari, dove troviamo la donnina che è "so sorry for Luciano"; solo dopo un po' capiamo che si riferisce a Pavarotti. |
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La visita guidata è avvero ben fatta e interessante, entriamo anche nelle celle dei detenuti e vine spiegata l'unica fuga che ci fu e un tentativo di rivolta dei detenuti. |
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Molto soddisfatti riprendiamo il traghetto appeno in tempo, poi andiamo a piedi al noleggio di biciclette, dove davanti a noi ci sono tre indiani d'India che poi rincontreremo lungo il tragitto e alla riconsegna della bici. Naturalmente a Lore tocca la Mountain Bike sfigata che ci ha dato il commesso rasta/alternativo. Decidiamo di tenerla e affrontare comunque la gita. |
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Pedaliamo seguendo il tragitto proposto dalla cartina e passiamo dai moli e dal quartiere Fisherman's Wharf, dove effettivamente ci sono quasi solo bancherelle di pesce fritto. |
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Passiamo di fronte a The Cannery e a Ghirardelli, ex fabbriche entrambe, di conserve la prima, di cioccolato l'altra e adess entrambe centri commerciali. |
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Percorriamo la ciclabile arivando fina quasi al basamento del Golden Gate Bridge, che sembra avvolto dalla nebbia della giornata nuvolosa. Vediamo la classica festicciola americana della domenica, una specie di picnic con bambini e adulti seduti ai tavoli di un prato circondato però da strade. Dopo aver cercato inutilmente di fotografare il ponte con gli spruzzi delle onde (l'onda giusta non arrivava mai...) ci apprestiamo a percorrere la prima vera salita che ci porta all'ingresso del ponte. |
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Percorriamo il ponte Golden Gate Bridge e arriviamo dalla parte opposta per andare a fare le foto dal Vista Point che secondo il "simpatico" rasta doveva essere il punto migliore, io invece propongo di salire fino al parcheggio che vediamo dal basso, dove effettivamente la vista è decisamente migliore. Unico problema arrivarci, vista la fatica che già abbiamo fatto per far salire e scendere la bici dalle varie rampe di scale ce ci separavano da Vista Point. |
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Percorriamo indietro il ponte e decidiamo di completare il giro passando dal Golden Gate Park, ma per arrivarci dobbiamo prima fare una strada piuttosto lunga, corredata delle classiche salite di San Francisco, ovvio. Costeggiamo una zona residenziale piuttosto lussuosa, un campo da golf, dove una giapponese seduta a guardare giocare ci incita dicendo "Great job, guys". Attraversiamo il campo da golf e poi costeggiamo la costa, da cui si ha una bella visuale del ponte. |
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El camino del mar, la passaggiata che abbiamo percorso con la bici, termina all'ingresso del parco, dove si trova anche un mulino. Entriamo nel parco e percorriamo un tratto di strada all'interno, poi all'esterno del parco e poi di nuovo ci rimettiamo nel parco, quando ormai sembra di essere vicini all'albergo. Il GPS ci dice che manca poco, ma forse non tiene conto di quanto tempo impieghiamo noi per fare la salita! Forse era meglio cercare di seguire il percorso della piantina, ma siamo stanchi e ci fidiamo del GPS... io sono davvero distrutta, mi viene da piangere all'idea di quello che ci aspetta, ma ormai siamo in ballo e ci tocca ballare...anzi, l'hai voluta la bicicletta? Pedala!!! Alla fine comunque mi scappa anche da ridere, quando in cima ad una salita pendente da morire che abbiamo fatto a piedi spingendo la bicicletta, sbuchiamo in cima a quella che la guida dice che sia la strada più pendente di San Francisco. |
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Non può mancare la foto di rito prima di percorrere i tornanti di Filbert Street che ci conduce, finalmente, al punto di noleggio delle biciclette. Io lì per lì non ci credo che sia finita. All'albergo arriviamo tardi ma anch stavolta nessuno ha fatto la doccia e abbiamo tutto il tempo per goderci il bagno caldo, anche se io scopro di essere dolorante in tutte le parti del corpo. Siamo così stachi che stasera non abbiamo la forza di allontanarci molto per cena e scendiamo al ristorante attaccato all'albergo, dove il cameriere,con l'inganno, ci fa prendere anche l'insalata da 12 $ che sembrava inclusa e non lo era. |
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24 settembre 2007. |
Lasciamo l'albergo e riprendiamo la nostra macchina dal garage. Decidiamo di lasciare San Francisco senza fare colazione e magari fermarsi per strada in modo da evitare un altro conto salato in centro. Finiamo con il mangiucchiare in macchina, fermi per i vari ingorghi vicino a San Francisco. Alla fine ci fermiamo a mangiare un hamburger che spero sia l'ultimo per un bel po' di tempo. Questi posti fanno veramente schifo, tra il cibo che non si sa bene cosa sia e come venga cotto e poi è pieno di mosche!! Ne approfittiamo per darci il cambio alla guida, fino alla prossima sosta prima di arrivare vicini a Los Angeles e incontrare di nuovo confusione sulla strada. |
...ancora 24 settembre 2007... |
Arriviamo a San Diego sfruttando anche un po di car pool, la corsia riservata a chi viaggia in due o più persone. La città mi fa una brutta impressione inizialmente perché effettivamente è molto grande, tanto più grande di quanto mi aspettavo e come ciliegina sulla torta il motel consigliato da Pippo Marina Inn & Suites (http://marinainnsd.com/), risulta il più rumoroso della vacanza: siamo circondati dalle strade super trafficate di San Diego, dall'aeroporto e dal treno e dal suo immancabile delicato suono! Lore è già preoccupato in previsione della notte che dovremo passare. |
Per cena prendiamo la macchina girovagando un po' a caso nel quartiere Gaslamp, il vecchio centro di San Diego, quartiere molto alla moda e pieno di boutique, ristoranti e ragazzi giovani. Alla fine riusciamo a trovare un parcheggio a 3 $ dopo essere passati per almeno tre o quattro volte di fronte al solito vialettino illuminato con le palme ai bordi, il negozio hawaiano e la fila di ragazzi ripicchiettati per entrare in qualche fantomatico locale. Scegliamo di mangiare in un ristorante italiano, dove ci sono quasi tutti camerieri italiani. Si rivela piuttosto buono e scopriamo che è affilitao con un ristorante gemello proprio a Firenze (l'acqua al due). |
25 settembre 2007. |
Prevedibilmente ci svegliamo presto, ma ce la prendiamo con calma per uscire e visitare San Diego. Riusciamo appena in tempo a prendere la "colazione" dell'albergo, il solito caffé beverone e qualche pezzetto di dolce, il tutto rigorosamente in piedi. Incontriamo il classico pensionato americano in gita a San Diego che attacca il classico bottone e ci chiede di dove siamo, ecc... Anche al Visitors Center troviamo una sfilza di vecchini a fare servizio. Facciamo la raccolta delle piantine dell'autobus (una per ogni numero) e metropolitana, poi compriamo il biglietto giornaliero e dopo aver lasciato la macchina all'albergo andiamo in metropolitana fino a Old Town, il vecchio quartiere messicano della città, in parte ricostruito, in parte rimasto integro. |
Facciamo un giro per le varie abitazioni, alcune delle quali adibitea negozi particolari, altre a ristorante. Noi per la fame ci fermiamo a mangiare un sandwich con i calamari in un bar che si trova subito al di fuori dell'Old Town. Riprendiamo il giro terminando con la visita di una ricostruzione di mercato messicano e di un negozio che vende fantastici cappellini vecchio stile pieni di fiorellini e nastri di abbellimento. |
Neppure al negozio dedicato al peperoncino riusciamo a trovare qualcosa di valido da comprare. |
Prendiamo l'autobus che ci porta fino a Ocean Beach, dove facciamo una camminata che ci porta fino alla spiaggia...per cani! Ci allontaniamo subito per il puzzo e ci fermiamo un po' sulla spiaggia dove invece ci csono i surfisti ad imparare e parecchi gabbiano e piccioni. Tornando verso la fermata dell'autobus percorriamo le stradine vicino alla spiaggia, caratterizzate da una sfilza di graziose casette colorate tipiche della zona di mare della California. Sono effettivamente in stile mare, simili a quelle di Venice Beach, casette basse con il giardino di fronte e alcune in stile hippie, come suggerisce la guida. |
Con l'autobus torniamo in centro fino all'Horton Plaza, visitando il centro commerciale caratteristico, l'Horton Plaza Center dove fallisce il secondo tentativo di acquisto della maglia per Simone, mentre io cedo alla tentazione dopo il secondo negozio di Hello Kittie che trovo per strada e faccio un po' di scorta di gadgets. Lore invece non riesce a trovare le "sue" radioline e un po' sconsolato propone di tornare all'albergo. |
Dopo la doccia decidiamo di andare a cena nell'aimato quartiere Gaslamp, anche se la vita si concentra soltanto lungo un piccolo tratto della strada principale. Sembra che tutti vogliano andare a mangiare al messicano che si trova in quel pezzo distrada e non in quello che si trova un po' più su, dove non c'è molta gente e noi ci fermiamo. Il capo cameriere però è anche troppo apprensivo,dopo avermi fatto notare che le tortillas sono per me e non per Lore, continua a controllare più di una volta come lo stia mangiando. |
...ancora 26 settembre 2007... | |
Alle 16.00 partiamo per visitare una parte del Down Town di Los Angeles che era rimasto completamente inesplorato. Ci fermiamo al Visitors Center della Little Tokyo dove troviamo il vero giapponese gentilissimo ma anche un po' prolisso che ci spiega tremila volte la strada per arrivare al negozio di elettronica in cui Lore spera di trovare, come ultima spiaggia, le famose radioline. |
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Andiamo a piedi fino a Olvera Street il cuore di El Pueblo, dove i baracchini messicani sono così fitti che non si riesce afare neppure una foto alle costruzioni retrostanti. |
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Proseguiamo fino a Broadway dove ci sono una serie di grattacieli particolari, tra cui quello che era della Disney.
Vediamo inoltre il grattacielo della City Hall che compare anche nella serie televisiva di Superman. |
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Proseguiamo inoltandoci nel quartiere giapponese che si manifesta anche con giardini ricreati in stile giapponese. Poi peò il quartiere è piuttosto deserto e anzi è pieno di barboni. Io ad un certo punto non vedo lìora di venire via dalla zona. Ci fermiamo al negozio, dove l'ultima speranza di trovare le radioline sfuma... |
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Tornati all'albergo, l'Howard Johnson Hotel (http://www.hojolax.com/) ci fermiamo a mangiare dietro l'angolo, da Jino's Pizza. Il nome doveva farci sospettare che non poteva neanche lontanamente trattarsi di un vero italiano. Si trattava di un persiano che lo zio Fulvio avrebbe sicuramente bocciato...ma ormai s tratta dell'ultima cena in territorio americano... |
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Facendo alcune ricerche tra le varie compagnie aeree che raggiungono Los Angeles dall'Italia scopriamo che la più vantaggiosa economicamente è la British Airways (http://www.britishairways.com).
Prenotiamo il volo circa 5 mesi prima. Il costo del volo, andata e ritorno per due persone, è stato di circa 1200 euro.
Andata - Partenza da Roma Fiumicino il 30 agosto e arrivo a Los Angeles con cambio a Londra (Heathrow).
Ritorno - Partenza da Los Angeles il 27 settembre e arrivo il 28 settembre a Roma Fiumicino con cambio a Londra (Heathrow).
Abbiamo effettuato il comodissimo checkin on line che ci ha risparmiato la coda in aeroporto lasciando i bagagli al Fast Bag Drop e ci ha consentito di scegliere i posti a sedere in aereo. Per scegliere i posti migliori abbiamo consultato il sito web: http://www.seatguru.com/
Il must delle auto è la mitica mustang. Tuttavia, per il tipo di viaggio che dobbiamo affrontare, ovvero l'attraversamento di strade sterrate e di lunghe zone desertiche ma anche di città, decidiamo di prendere un'auto che sia comoda ma allo stesso tempo anche adeguata alla strada.
Pertanto ci facciamo convincere a prendere un SUV, ovvero un'auto della categoria superiore a quella prenotata online. Siamo così caduti nella tipica trappola del noleggiatore...
I consumi sono di gran lunga superiori rispetto alla fullsize e il serbatoio è relativamente piccolo, però alla fine ci siamo trovati bene: abbiamo affrontato tutte le strade che ci ci siamo trovati davanti senza alcun timore di avere problemi.
Pr muoversi nelle grandi città (Los Angeles, Las Vegas, San Francisco) è consigliabile avere un navigatore. Si risparmia così un sacco di tempo che altrimenti andrebbe via a cercare di capire come non perdersi nell'intricata rete di freeway. Per muoversi sulle strade che collegano i parchi e le città, invece, è sufficiente un buon stradario cartaceo, come ad esempio l'atlante stradale degli Stati Uniti & Canada Michelin (http://www.maps-store.it/Atlanti/Atlanti-stradali-degli-Stati-Uniti-Canada/Michelin-North-America-Road-Atlas-2007-Atlante-Stradale-a-Spirale-con-USA-Stati-Uniti-Canada-Mexico-Messico-a3724.html)
Abbiamo preso l'auto da Alamo, che sembra essere il più presente sul territorio USA.
Alamo - http://www.alamo.it/
Avis - http://www.avis.com/
Budget - http://www.budgetrentcar.com/
Dollar - http://www.dollar.com/
Enterprise - http://www.enterprise.com/
Hertz - http://www.hertz.com/
Payless - http://www.paylesscar.com/
Thrifty - http://www.thrifty.com/
E' molto importante sottoscrivere prima della partenza un'assicurazione per il viaggio a copertura totale (assistenza e rimpatrio) con pagamento anticipato.
Elvia - http://www.elvia.it
Ingresso
Come tutti i parchi nazionali d’America la Death Valley è gestita dal NPS (National Park Service).
Come ogni parco l’ingresso è a pagamento (entrance fees), che si può effettuare in contanti o con carta di credito. L’ingresso al parco è di 10$ per il Veichle Pass ed è valido per 7 giorni (auto più passeggeri). Per i visitatori che viaggiano in moto o bici l’ingresso costa 5$. Molto utile se si visitano parecchi parchi nazionali è il National Park Pass, che consente l’accesso per un anno a qualsiasi parco nazionale gestito dal NPS; il costo è di 80 $ e può essere acquistato on-line o direttamente all’ingresso del primo parco che incontrerete.
Per acquistare il Pass o per maggiori informazioni >> http://store.usgs.gov/pass
Passport book
Il passaporto dei parchi include mappe colorate suddivise in regioni, alcune informazioni preliminari per la visita dei parchi, illustrazioni e fotografie.
Per ogni parco c'è uno spazio dove porre il timbro che si trova nei Visitors Center, attestante la data in cui si è visitato il parco.
Un simpatico libretto dove rimane la traccia dei parchi visitati e della data di visita.
Lo si può acquistare in molti Visitors Center.
Riporto qui sotto l'elenco dei siti da cui ho preso le informazioni per scrivere questa pagina:
Diario di viaggio: Parchi USA - http://www.paesionline.it/community/diario.asp?id=54#
National Park Service - http://www.nps.gov/
Stati Uniti. I grandi parchi dell'ovest - http://www.farwest.135.it/ - http://www.turistinonpercaso.it/Diari%20Amici/Stati_uniti_di_Aldo_2005.htm
The Real America - Le Rocky Mountains Americane - http://www.realamerica.it/
United States National Parls - http://www.us-national-parks.net/
Xplore America - http://www.xploreamerica.it/
Travellers - USA On The Road... To Natural Parks - http://www.travellersonline.net/
USAonline.it::Il portale sugli USA - http://www.usaonline.it
1. è oppotuno fare una assicurazione sanitaria per avere la copertura di eventuali spese mediche
2. poichè in alcune zone ci sono alte temperature, bassa umidità e pochi punti di ristoro portate sempre dell'acqua da bere nel bagagliaio dell'auto
3. sempre per lo stesso motivo noleggiate un'auto adeguata (medio-grossa cilindrata), preferibilmente SUV, per affrontare strade sterrate
4. nelle città è preferibile avere un navigatore satellitare in modo da muoversi velocemente nella fitta rete stradale; per le strade di collegamento è sufficiente una mappa stradale cartacea
5. su molte strade c'è una corsia preferenziale per chi viaggia in 2 o più persone: incredibile, è sempre vuota mentre nelle altre c'è il caos!
6. prenotare in anticipo la gita ad Alcatraz (meglio con largo anticipo, dall'Italia)
7. per gli USA occorre il passaporto elettronico e pertanto occuparsene per tempo
8. prenotare almeno il giorno prima la gita ad Antelope Canyon e, preferibilmente, la gita delle 12.00 (c'è la luce migliore per le foto)
9. se volete dormire nei parchi dovete prenotare mesi prima i lodge
10. portate un riduttore per le prese elettriche americane e verificate che i vostri apparecchi funzionino a 110 volt (la maggior parte degli alimentatori per cellulari, i phon, e gli altri apparecchi normalmente funzioano a 220 e anche a 110 volt)
11. i cellulari non prendono quasi mai ma in compenso ci sono ovunque telefoni pubblici: acquistate una carta telefonica per chiamare l'Italia a basso costo direttamente negli USA, oppure potete comprare la carta columbus di telecom, anche se meno conveniente di quelle che si acquistano in USA